Una mozzarella di bufala “sudata”, un cremoso gelato alla crema ed una delicata barretta di cioccolato al latte: potrebbero essere tutti i protagonisti di un affresco di golosità capace di far venire l’acquolina in bocca a prima vista. Purtroppo, una buona fetta di italiani non potrà godere di queste dolcissime tentazioni. Il motivo? La tanto celebre quanto temuta intolleranza al lattosio.
Nel nostro Paese gli intolleranti al lattosio rappresentano ben il 40% della popolazione e secondo alcuni studi appena il 30% dei soggetti in età adulta riuscirebbe a digerire senza alcun problema il lattosio. Tuttavia, dobbiamo certamente sentirci fortunati rispetto agli abitanti dell’Estremo Oriente: qui l’intolleranza al lattosio sfiora in alcune aree addirittura il 100%.
Quali sono i motivi che originano questa intolleranza al latte e ai suoi derivati?
Che cos’è l’intolleranza al lattosio? È l’incapacità del nostro organismo di digerire correttamente il lattosio, ovvero lo zucchero contenuto nel latte. Il processo di digestione avviene grazie alla funzione di alcuni enzimi che scompongono le sostanze contenute negli alimenti in elementi più semplici. Nel caso del lattosio l’enzima responsabile della sua scomposizione è la lattasi.
L’enzima lattasi suddivide il lattosio nei due zuccheri semplici che lo caratterizzano, ovvero il galattosio e il glucosio. Questa operazione avviene all’altezza dell’intestino tenue. Quando un individuo presenta un livello di lattasi nullo o carente la scomposizione degli zuccheri non può aver luogo. Di conseguenza, il lattosio diventa terreno fertile per la flora batterica che lo fa fermentare provocando l’irritazione dell’intestino stesso, in particolare nella zona del colon.
Prima di addentrarci nell’analisi dei sintomi dell’intolleranza al lattosio è bene fare una precisazione: l’allergia al lattosio e l’intolleranza sono due patologie completamente diverse.
Detta erroneamente “allergia al lattosio”, questa reazione patologica riguarda le proteine del latte. Mentre l’intolleranza evidenzia la mancanza di una sostanza chimica, l’allergia fa riferimento ad una problematica legata al sistema immunitario.
L’allergia alle proteine del latte è piuttosto comune e colpisce soprattutto i bambini durante la fase dell’allettamento. Nell’80% dei casi riusciranno a superare la patologia con lo sviluppo. I responsabili di questa reazione avversa del nostro sistema immunitario sono la caseina, l’alfa-lattoalbumina e la beta-lattoglobulina.
Un soggetto allergico percepisce queste sostanze come un “nemico” e così il sistema immunitario attiva immediatamente una reazione per eliminarle. Gli effetti di tale meccanismo di difesa si possono tradurre in coliche, manifestazione cutanee e nei casi più gravi si può giungere anche ad uno shock anafilattico.
L’unico rimedio a questa forma di allergia è evitare di assumere le proteine del latte. Tutto ciò comporta un’attenta scelta degli alimenti da consumare. Infatti, tracce di latte sono riscontrabili anche nei prodotti più impensati: il consiglio è quello di leggere con estrema accortezza la lista degli ingredienti prima di ogni acquisto.
Come comprendere se si è intolleranti al lattosio? Imparando a riconoscere i sintomi. Nei paragrafi precedenti abbiamo sottolineato come la mancata scomposizione del lattosio, causata dall’assenza dell’enzima lattasi, avvii un processo di fermentazione con la conseguente produzione di gas all’interno dell’intestino.
I sintomi dell’intolleranza al lattosio si manifestano perciò come:
L’intolleranza al lattosio può dipendere da un fattore genetico. Solitamente tale condizione si manifesta subito dopo lo svezzamento ed accompagna il soggetto per tutta la vita.
Escludendo l’ereditarietà, l’intolleranza si presenta negli altri individui per un motivo molto semplice: crescendo la produzione dell’enzima lattasi si riduce. Noi europei siamo in un certo senso più fortunati rispetto agli altri abitanti del pianeta, in quanto manteniamo buoni livelli di lattasi anche in età adulta. Invece, nell’80% della popolazione africana le quantità dell’enzima si riducono drasticamente col passare degli anni, così come accade nella già citata Asia.
L’intolleranza al lattosio può generarsi anche in seguito ad un’infezione intestinale in grado di danneggiare la mucosa dell’intestino tenue. In linea generale, chi è soggetto a questo tipo di disturbi (come ad esempio la gastroenterite), una volta guarito, riuscirà con molta probabilità nuovamente a digerire il lattosio.
Il miglior modo per capire se si è o meno intolleranti al lattosio è sottoporsi ad un breath test, ovvero un test del respiro. Come funziona?
Attraverso un apposito macchinario si analizza l’aria ispirata da un presunto intollerante prima e dopo aver ingerito una dose di lattosio. Se il disaccaride non viene scomposto dalla lattasi inizia a fermentare producendo quantità notevoli di idrogeno. Quindi, se il test rivela la presenza di questo gas significa che il paziente è effettivamente intollerante al lattosio.
Essere intolleranti al lattosio non significa certamente smettere di mangiare i formaggi. Infatti, i prodotti stagionati come ad esempio il grana padano, il parmigiano e il pecorino non creano particolari problemi, a meno che l’intolleranza non sia molto grave. Il motivo di tutto ciò è legato al fatto che il processo di stagionatura riduce i livelli di lattosio presente.
Discorso simile può essere fatto per lo yogurt ed il khefir. Nonostante contengano al loro interno del lattosio, i fermenti lattici vivi che li compongono svolgono una sorta di funzione “predigestiva”: in essi è contenuto l’enzima lattasi.
Gli alimenti assolutamente da evitare sono invece quelli derivanti dal latte vaccino, quindi formaggi freschi, burro, creme, gelati, cioccolato al latte e tanto altro ancora.
Per fortuna nel campo dell’intolleranza al lattosio la tecnologia farmaceutica ha fatto passi da gigante creando alcuni integratori caratterizzati dalla presenza della lattasi. Gli integratori, venduti sotto forma di capsule, permettono anche agli intolleranti di consumare un pranzo o una cena a base di latticini. Il consiglio è di assumere la pastiglia circa un’ora prima del pasto.
Se anche tu sei intollerante al lattosio informati su tutti i prodotti disponibili presso la tua farmacia di fiducia. Con l’app Eufarma ordinare farmaci e restare aggiornato sulle ultime offerte è un gioco da ragazzi: basta un “tap” sul tuo smartphone per accedere ad un mondo di servizi!